Copyright © 2007 Red Hat, Inc. ed altri. Questo materiale può essere distribuito solo secondo i termini e le condizioni presenti nella Open Publication License, v1.0, disponibili http://www.opencontent.org/openpub/.
In questo documento vengono trattati i seguenti argomenti:
Note relative all'installazione
Aggiornamento dei contenuti
Aggiornamenti del kernel
Aggiornamenti del driver
Technology Preview
Problematiche risolte
Problematiche conosciute
Alcuni aggiornamenti di Red Hat Enterprise Linux 4.7 potrebbero non essere inclusi in questa versione delle note di rilascio. Una versione aggiornata delle suddette note di Red Hat Enterprise Linux 4.7 è disponibile anche sul seguente URL:
La sezione seguente include le informazioni specifiche all'installazione di Red Hat Enterprise Linux, ed al programma di installazione Anaconda.
Per l'aggiornamento di una versione minore di Red Hat Enterprise Linux 4 (come ad esempio da 4.5 a 4.6) a Red Hat Enterprise Linux 4.7, è consigliato utilizzare il Red Hat Network attraverso una hosted web user interface o Red Hat Network Satellite.
Se state eseguendo l'aggiornamento di un sistema senza connettività di rete, utilizzate la funzione "Upgrade" di Anaconda. Tuttavia ricordate che Anaconda presenta dei limiti nella gestione delle problematiche relative alle dipendenze su repositori aggiuntivi o su applicazioni di terzi. Altresì Anaconda riporta gli errori d'installazione all'interno di un file di log, e non in modo interattivo.
Per questo motivo Red Hat consiglia durante l'aggiornamento di sistemi offline, di provare e poi verificare l'integrità della vostra configurazione di aggiornamento. Assicuratevi di controllare attentamente il log di aggiornamento prima di applicarlo al vostro ambiente di produzione.
Gli 'In-place upgrade' tra versioni importanti di Red Hat Enterprise Linux (per esempio un aggiornamento da Red Hat Enterprise Linux 3 a Red Hat Enterprise Linux 4.7) non è supportato. Anche se l'opzione "Upgrade" di Anaconda vi permette di eseguire tale procedimento, non vi è alcuna garanzia che tale processo risulterà in una installazione funzionante. Questo tipo di aggiornamento tra release importanti non conservano tutte le impostazioni del sistema. Per questo motivo Red Hat consiglia vivamente l'esecuzione di una nuova installazione se desiderate eseguire un aggiornamento tra versioni importanti.
Se state copiando i contenuti dei CD-ROM di Red Hat Enterprise Linux 4.7 (per esempio, in preparazione per una installazione basata sulla rete), assicuratevi di copiare i CD-ROM solo per il sistema operativo. Non copiate i CD-ROM aggiuntivi, o qualsiasi altro CD-ROM, in quanto tale operazione sovrascriverà i file necessari per il corretto funzionamento di Anaconda.
I suddetti CD-ROM devono essere installati dopo l'installazione di Red Hat Enterprise Linux.
La versione di GRUB presente con Red Hat Enterprise Linux 4 (e tutti gli aggiornamenti) non supporta il mirroring del software (RAID1). Per questo motivo se installate Red Hat Enterprise Linux 4 su di una partizione RAID1, il bootloader verrà installato nel primo disco fisso e non sul master boot record (MBR). Tale processo renderà il sistema non avviabile.
Se desiderate installare Red Hat Enterprise Linux 4 su di una partizione RAID1 è consigliato cancellare prima qualsiasi bootloader esistente dal MBR.
Quando installate Red Hat Enterprise Linux 4 in modalità di testo su sistemi che utilizzano monitor a schermi piatti e alcune schede ATI, l'area dello schermo potrebbe apparire spostata. In tal caso alcune aree verranno oscurate.
Se verifica tale comportamento eseguite l'installazione con il parametro linux nofb.
Durante l'aggiornamento di Red Hat Enterprise Linux 4.6 a questa release, minilogd potrebbe registrare numerose negazioni SELinux. Questi errori sono innocui e possono essere ignorati.
È ora supportata la password hashing utilizzando le funzioni hash SHA-256 e SHA-512.
Su di un sistema installato per smistarsi su SHA-256 o SHA-512 eseguite authconfig --passalgo=sha256 --kickstart o authconfig --passalgo=sha512 --kickstart. Gli account esistenti non verranno interessati fino a quando le rispettive password non vengono modificate.
Per sistemi appena installati l'utilizzo di SHA-256 o SHA-512 può essere configurato solo per installazioni kickstart. Per fare questo usare le opzioni --passalgo=sha256 o --passalgo=sha512 del comando kickstart auth; se presente rimuovere l'opzione --enablemd5.
Se la vostra installazione non utilizza kickstart allora usate authconfig come sopra descritto, e successivamente modificate tutte le password (inclusa quella root) create dopo l'installazione.
Sono state aggiunte le opzioni appropriate a libuser, pam, e shadow-utils per il supporto degli algoritmi per il password hashing. authconfig configura automaticamente le opzioni necessarie, e per questo motivo non sarà necessario modificarle manualmente:
Sono ora supportati nella sezione [defaults] di /etc/libuser.conf i nuovi valori della opzione crypt_style e nuove opzioni per hash_rounds_min e hash_rounds_max. Per maggiori informazioni consultate /usr/share/doc/libuser-[libuser version]/README.sha.
Nuove opzioni sha256, sha512, e rounds sono ora supportate dal modulo PAM pam_unix. Per maggiori informazioni consultate /usr/share/doc/pam-[pam version]/txts/README.pam_unix.
Le opzioni in /etc/login.defs di seguito riportate sono ora supportate da shadow-utils:
ENCRYPT_METHOD — Specifica il metodo di cifratura da usare. I valori validi sono DES, MD5, SHA256, SHA512. Se questa opzione è stata definita allora MD5_CRYPT_ENAB verrà ignorato.
SHA_CRYPT_MIN_ROUNDS e SHA_CRYPT_MAX_ROUNDS — Specifica il numero di hashing round da usare se ENCRYPT_METHOD è stato impostato su SHA256 o SHA512. glibc sceglierà un valore predefinito se nessuna delle due opzioni è stata impostata. Se invece è stata impostata solo una opzione, allora il metodo di cifratura specificherà il numero di round.
Se usate entrambe le opzioni verrà specificato un intervallo all'interno del quale sarà selezionato randomicamente il numero di round. Il numero selezionato di round è limitato all'intervallo specificato [1000, 999999999].
Il gruppo OpenFabrics Enterprise Distribution è ora incluso in comps.xml. Questo gruppo contiene i componenti usati per l'high-performance networking e clustering (per esempio, InfiniBand e Remote Direct Memory Access).
Questo aggiornamento implementa l'utilizzo del dispositivo a blocchi para-virtualizzato ed i driver di rete, garantendo così una migliore prestazione dei guest completamente virtualizzati. È possibile ora utilizzare più di tre numeri di virtual network interface (VNIF) per ogni dominio del guest.
L'opzione divider=[value] è un parametro della linea di comando del kernel che permette la regolazione della velocità dell'orologio del sistema mantenendo lo stesso valore di tempo HZ per applicazioni spazio-utente.
Utilizzando l'opzione divider=[value] sarà possibile ridurre l'overhead della CPU e migliorare l'efficienza, diminuendo però l'accuratezza delle operazioni di tempo e di profiling. Ciò è utile per ambienti virtualizzati e per determinate applicazioni.
[valori] utili per l'orologio 1000Hz standard sono:
2 = 500Hz
4 = 250Hz
10 = 100Hz (valore usato dalle release precedenti di Red Hat Enterprise Linux)
Da notare che il kernel virtualizzato utilizza per default un orologio a 250HZ. Per questo motivo non necessita dell'opzione divider=[value] in dom0 o in guest para-virtualizzati.
Firefox è stato aggiornato alla versione 3.0. Questo tipo di aggiornamento applica diverse modifiche e miglioramenti, tra i quali:
Le homepage impostate vengono caricate correttamente quando la finestra del browser di Firefox è aperta.
Firefox non si arresta più inaspettatamente durante la ricerca della riga "do".
Firefox in modalità a 64-bit carica ora correttamente la libreria di JavaScript ext. Nelle versioni precedenti di Firefox, le applicazioni basate sul web che utilizzavano questa libreria avevano bisogno di un periodo molto lungo per il caricamento oppure non venivano caricate affatto.
Un cross-site scripting flaw è stato identificato durante la gestione dello schema jar:URI da parte di Firefox. Ciò permetteva ad un sito web malizioso di condurre un attacco per mezzo di script contro l'utente in questione. Con questo aggiornamento il suddetto problema è stato risolto.
Numerosi problemi sono stati scoperti nel modo in cui Firefox processava alcuni contenuti formati in modo incorretto. Siti web che presentavano i suddetti contenuti potevano causare un arresto inaspettato di Firefox, o l'esecuzione di un codice arbitrario di un utente che eseguiva Firefox. Questo comportamento è stato corretto.
È stata scoperta una condizione di corse critiche nel modo attraverso il quale Firefox impostava la proprietà window.location in una pagina web. A causa di questo problema era possibile per una pagina web impostare una intestazione Referer arbitraria; tale comportamento poteva generare un attacco di tipo cross-site request forgery (CSRF) nei confronti di siti web che utilizzano solo l'intestazione Referer. Con questo aggiornamento il suddetto problema è stato risolto.
Firefox ora visualizza correttamente i caratteri su portatili equipaggiati con display esterni.
Da notare tuttavia che questo aggiornamento di Firefox non è completamente compatibile con tutte le versioni precedenti dei plugin di Firefox o JavaScripts ancora oggi usati.
Altresì, Red Hat ha notato come diverse applicazioni web commerciali molto grandi si affidavano alla presenza di alcuni cross-site scripting flaws risolti da questo aggiornamento di Firefox. I suddetti scripting flaws vengono descritti nei seguenti link:
Per questo motivo l'utilizzo di applicazioni web commerciali può risultare in una perdita di funzionalità. È possibile notare la presenza di questo problema attraverso un numero aggiuntivo di errori JavaScript nella Firefox Error Console ( = > ). Attualmente Red Hat è in procinto di risolvere questo problema lavorando insieme ai rivenditori interessati.
iostat esegue l'output delle statistiche relative allo stato e alle prestazioni I/O delle partizioni.
L'I/O accounting in questa release presenta un output più completo delle statistiche più importanti. Tale miglioramento è dovuto grazie all'utilizzo di ru_inblock e ru_outblock, i quali vengono già usati dall'upstream.
L'output di show_mem() include ora il numero totale delle pagine pagecache. Questo rende le informazioni di debug inviate alla console e su /var/log/messages molto più utili, in particolar modo durante gli out-of-memory kills.
Il flag O_ATOMICLOOKUP è stato rimosso, Questo flag non viene usato da alcun demone corrente dello spazio utente. Altresì il bit usato da O_ATOMICLOOKUP viene usato da un altro flag (O_CLOEXEC); per questo motivo O_ATOMICLOOKUP è stato rimosso per evitare i conflitti che si possono verificare a causa di questo tipo di condivisione.
Il kernel esporta ora le informazioni sui limiti del processo su /proc/[PID]/limits (dove [PID] è il process ID).
Il parametro TCP_RTO_MIN può essere ora configurato ad un massimo di 3000 millisecondi. TCP_RTO_MIN nelle precedenti release non era un parametro del kernel regolabile.
Questo aggiornamento permette di avere una maggiore flessibilità TCP/IP, e permette alle applicazioni di riavviare una trasmissione in conformità con le altre trasmissioni wireless (per esempio, con le velocità di trasmissione del telefono cellulare).
È possibile configurare il parametro TCP_RTO_MIN attraverso ip route. Per esempio per impostare TCP_RTO_MIN ad un massimo di 3000 millisecondi usate:
ip route change [route] dev eth0 rto_min 3s
Per maggiori informazioni su ip route, consultate la man ip.
La funzione udp_poll() viene ora implementata. Questo aggiornamento riduce la possibilità di ritorni falsi positivi dalle chiamate del sistema select().
È ora possibile abilitare/disabilitare i numeri dell'inode a 32-bit. Per fare questo utilizzate il parametro del kernel nfs.enable_ino64=. L'impostazione di nfs.enable_ino64=0 indicherà al client NFS di ritornare numeri dell'inode a 32-bit per le chiamate del sistema readdir() e stat() (invece dei numeri dell'inode a 64-bit).
Per default questo parametro del kernel viene impostato in modo da ritornare i numeri dell'inode a 64-bit.
È ora possibile limitare le scritture NFS in presenza di memoria bassa. Per fare questo impostate /proc/sys/vm/nfs-writeback-lowmem-only su 1 (questo valore è impostato su 0 per default).
Nelle release precedenti questa capacità non era inclusa. Ciò causava in alcuni casi un peggioramento delle prestazioni di lettura NFS, ed in particolar modo quando il sistema incontrava un volume molto elevato di richieste di lettura/scrittura NFS.
È possibile ora scegliere se usare le pagine del file mappato nei calcoli dirty_ratio e dirty_background_ratio. Per fare questo impostare /proc/sys/vm/write-mapped su 1 (per default questo valore è 0).
L'impostazione di /proc/sys/vm/write-mapped su 1 vi permette di avere operazioni di lettura NFS più veloci. Ricordate che se scegliete questa impostazione potreste avere un rischio maggiore di out-of-memory.
CIFS è ora aggiornato alla versione 1.50c. Questo aggiornamento applica diversi bug fix e miglioramenti, incluso la capacità di montare le condivisioni OS/2.
È ora supportato il Core dump masking. Ciò permette ad un processo core dump di saltare i segmenti della memoria condivisa di un processo, durante la creazione di un core dump file. Questa caratteristica vi permette altresì di selezionare se eseguire o meno un processo dump in modo anonimo della memoria condivisa per ogni processo.
Se avete eseguito il dump di un processo tutta la memoria anonima viene scritta su di un core file se la dimensione dello stesso non è limitata. In alcuni casi potreste evitare il dump di alcuni segmenti della memoria (come ad esempio una memoria condivisa molto grande). Al contrario è possibile salvare i segmenti della file-backed memory all'interno di un core file in aggiunta ai file individuali.
A tal proposito è possibile usare /proc/[pid]/coredump_filter per specificare i segmenti della memoria del processo [pid] nei confronti dei quali eseguire il dump. coredump_filter è la bitmask del tipo di memoria. Se è stato impostato una bitmask, verrà eseguito il dump dei segmenti della memoria del tipo di memoria corrispondente.
I seguenti tipi di memoria sono attualmente supportati:
bit 0 — memoria privata anonima
bit 1 — memoria condivisa anonima
bit 2 — memoria privata 'file-backed'
bit 3 — memoria condivisa 'file-backed'
Per impostare una bitmask per [pid], impostate la bitmask corrispondente su /proc/[pid]/coredump_filter. Per esempio, per impedire un dump di tutti i segmenti della memoria condivisa collegati al processo 1111, utilizzare:
echo 0x1 > /proc/1111/coredump_filter
Il valore predefinito di coredump_filter è 0x3, il quale specifica che tutti i segmenti della memoria anonima vengono scartati. Da ricordare che indipendentemente dallo stato di bitmask, le pagine MMIO (come i frame buffer) non vengono mai scartate mentre le pagine vDSO vengono sempre scartate
Quando create un nuovo processo, esso eredita lo stato della bitmask dal suo genitore. Per questo motivo Red Hat consiglia l'impostazione di coredump_filter prima di eseguire il programma. Per fare questo eseguite echo della bitmask desiderato su /proc/self/coredump_filter prima di eseguire il programma.
Aggiunti i file del dispositivo /dev/msr[0-n].
Il driver powernow-k8 è ora compilato come modulo. Ciò facilita l'applicazione degli aggiornamenti del driver, poichè lo stesso driver non viene più compilato all'interno del kernel.
Oprofile supporta ora il profiling basato sugli eventi su hardware Greyhound.
È ora supportato il controller SATA AMD ATI SB800.
Sono ora supportati i controllori AMD ATI SB600 e SB700 SATA che utilizzano il cavo 40-pin IDE.
Il 64-bit direct memory access (DMA) è ora supportato su AMD ATI SB700.
Aggiunti gli ID del dispositivo PCI per il supporto di Intel ICH10.
Il modulo del kernel i2c-piix4 può ora supportare l'AMD SBX00 SMBus.
i5000_edac: aggiunto il driver per il supporto dei Chipset Intel 5000.
i3000_edac: aggiunto il driver per il supporto dei chipset Intel 3000 3010.
Sono state aggiunte le informazioni corrette della cache del chipset Intel Tolapai. Ciò permette di elencare l'hardware in modo corretto.
i2c_piix4: aggiunto modulo per il supporto di AMD ATI SB600, SB700, e SB800.
L'implementazione OpenFabrics Enterprise Distribution (OFED) di questa release si basa ora sulla versione 1.3 di OFED. Ciò migliora il supporto per l'hardware che utilizza i driver InfiniBand.
wacom: driver aggiornato per aggiungere il supporto dei seguenti dispositivi:
Intuos3 12x19
Intuos3 12x12
Intuos3 4x6
Cintiq 20wsx
i2c-i801: driver aggiornato (insieme agli ID PCI corrispondenti) per supportare Intel Tolapai.
sata_svw: driver aggiornato per il supporto del chipset Broadcom HT1100.
libata: driver aggiornato per abilitare il Native Command Queuing (NCQ) attraverso la rimozione delle unità Hitachi dalla blacklist.
ide: driver aggiornato per includere ide=disable, un parametro del modulo PCI del kernel utilizzabile per disabilitare i driver ide.
psmouse: driver aggiornato per supportare correttamente le unità d'input che utilizzano il protocollo cortps. Gli esempi di queste unità sono i mouse a 4 pulsanti ed i dispositivi trackball sviluppati da Cortron.
eHEA: driver aggiornato per corrispondere alla versione upstream. Questo aggiornamento applica diversi bug fix dell'upstream e miglioramenti per il supporto di IBM i6 e p6, incluso:
Aggiunta del supporto Large Receive Offload (LRO) come modulo di networking.
Aggiunta di poll_controller, necessario per il supporto dei moduli netdump e netconsole.
zfcp: driver aggiornato per poter applicare diversi bug fix dell'upstream. Questo aggiornamento applica diversi bug fix, in particolare:
Dopo la riapertura degli adattatori in un ambiente multipath e l'esecuzione di un processo hot-remove, i percorsi interessati non vengono più contrassegnati come falliti. Con questo aggiornamento i flag rilevanti degli adattatori vengono resettati correttamente durante questo evento.
Quando una richiesta fsf scade, l'adattatore non viene più contrassegnato come fallito dopo aver eseguito con successo il processo di ripristino. Il flag ZFCP_STATUS_COMMON_ERP_FAILED viene resettato una volta abilitato l'adattatore.
Il flag BOXED viene resettato quando l'adattatore viene riabilitato con successo.
Un bug in grado di causare un deadlock tra lo stack SCSI ed il thread ERP (in alcuni casi al momento della registrazione di alcuni dispositivi) è stato corretto.
Se utilizzate chccwdev per contrassegnare un dispositivo come "offline" in un ambiente multipath, I/O non stalla più su tutti i parcorsi. In aggiunta, quando utilizzate chccwdev per riportare lo stesso dispositivo online, verrà usato il controllore del percorso corretto.
bnx2x: driver aggiunto per il supporto degli adattatori di rete su chipset Broadcom 5710.
cxgb3: driver aggiornato per il supporto di OFED e del controllore ethernet Chelsio 10G.
realtek: driver aggiornato per il supporto della scheda dell'interfaccia di rete PCI-E Realtek RTL8111 e RTL8168.
e1000: driver aggiornato per supportare gli indirizzi MAC alternativi, necessari per il supporto dell'architettura Virtual Connect.
e1000e: driver aggiornato all'ultimissima versione dell'upstream. Questo aggiornamento fornisce un supporto per le schede dell'interfaccia di rete ICH9m e 82574L Shelter Island, ed apllica diverse correzzioni upstream.
bnx2: driver aggiornato alla versione 1.6.9. Tale aggiornamento applica diverse modifiche upstream, e fornisce il supporto per il chipset Broadcom 5709s.
igb: driver aggiornato alla versione upstream 1.0.8-k2. Questa versione ora supporta il chipset Intel 82575EB (Zoar).
s2io: aggiornato alla versione 2.0.25.1 per fornire un supporto agli adattatori di rete Neterion Xframe-II 10GbE.
tg3: driver aggiornato alla versione updated 3.86. Questa versione applica diverse correzioni e miglioramenti incluso:
È stato corretto il problema delle corse critiche di irq_sync.
È ora abilitato l'Auto-MDI
forcedeth: driver aggiornato alla versione upstream 0.61. Questo aggiornamento fornisce supporto per i seguenti chipset:
MCP73
MCP77
MCP79
Questo aggiornamento fornisce anche numerosi bug fix per WOL, per l'ordine dell'indirizzo MAC e per le problematiche di timeout di tx.
stex: driver aggiornato alla versione 3.6.0101.2. Il suddetto aggiornamento applica diversi bug fix e miglioramenti upstream.
mpt fusion: aggiornata la famiglia dei driver alla versione 3.12.19.00. Questo aggiornamento applica numerosi bug fix e miglioramenti ed in particolare:
Sono stati inclusi alcuni parametri di regolazione per la modifica della lunghezza della coda in mptsas.c, mptspi.c, e mptfc.c. I suddetti parametri sono mptsas_device_queue_depth, mptspi_device_queue_depth, e mptfc_device_queue_depth. Il valore predefinito per i suddetti parametri è 48.
Nei sistemi con una memoria maggiore a 36GB è ora supportata la distribuzione/raccolta fino a 1,078 voci.
Aggiunto il flag ioc->broadcast_aen_busy. Il suddetto flag viene impostato quando il thred mptsas_broadcast_primative_work è in esecuzione. Se il flag ioc->broadcast_aen_busy è stato impostato, gli eventi aen aggiuntivi, se postati, verranno ignorati.
Altresì, i comandi SCSI_IO verranno sospesi e rimessi in coda in un secondo momento se il flag ioc->broadcast_aen_busy è stato impostato. Il flag verrà rimosso al completamento del thread mptsas_broadcast_primative_work.
La routine di timeout del comando interno ora è in grado di Resettare diagnosticamente una condizione di sospensione, dopo l'emissione di un comando sync cache ed il caricamento di un driver. Questa capacità è stata aggiunta attraverso l'implementazione di due routine di timeout: una routine gestisce tutti i comandi interni non associati alla convalida del dominio, mentre l'altra gestisce solo i comandi associati con la convalida del dominio.
La routine di timeout per la convalida del dominio emette ora un bus reset invece di un target reset.
Quando una richiesta Task Management (tramite una interfaccia IOCTL) viene completata, il timer IOCTL associato viene ora cancellato, questa operazione evita la scadenza del timer; al contrario, se si verifica la scadenza del timer si avrà la generazione di un host reset anche quando verrà completata con successo la richiesta Task Management.
qla2xxx: aggiornato alla versione 8.02.00-k5. Il suddetto aggiornamento a qla2xxx aggiunge supporto a quanto di seguito riportato:
EHAFT, un meccanismo dell'adatatore bus host QLogic in grado di fornire le informazioni sull'attività dei dispositivi fibre channel.
Dispositivi fibre-channel 8GB
Questo aggiornamento apporta diversi miglioramenti forniti dall'upstream, incluso un bug fix che impedisce l'attesa del driver su di un loop in uno stato LOOP_DEAD.
qla3xxx: driver aggiornato alla versione v2.03.00-k4-rhel4.7-01. Questo aggiornamento corregge un bug a causa del quale se una interfaccia posseduta dal driver qla3xxx veniva usata in un VLAN, le domande di completamento in entrata non venivano gestite e passate allo stack TCP/IP.
qla4xxx: aggiornato alla versione 5.01.03-d0. Vengono applicate le seguenti modifiche:
Per ogni porta disponibile sullo stesso target viene ora creata una nuova sessione. In aggiunta, è stato corretto un bug che impediva a qla4xxx di emettere una richiesta di re-login per alcuni target (dopo un failover o la sconnessione del cavo).
Nelle precedenti versioni di qla4xxx, la lunghezza della coda I/O non veniva interessata dagli errori "queue full". Ora la lunghezza della coda è stata modificata in modo appropriato al verificarsi dei suddetti errori, migliorando la gestione degli errori I/O. Di conseguenza anche la lunghezza della coda per tutti i LUN di ogni target sarà limitata.
La funzione SCSI è stata abilitata prima dell'inizializzazione del firmaware. Questo bug fix permette alla funzione SCSI di ricevere la notifica di qualsiasi soft reset o errore fatale, verificatosi prima del completamento dell'inizializzazione del firmware.
È stato corretto un bug che impediva al sistema operativo di eseguire la scansione dei target in transizione da uno stato "non-active" a "active" (durante l'inizializzazione del driver).
CCISS: driver aggiornato alla versione 3.6.20-RH1. Il suddetto aggiornamento fornisce il supporto per i controllori SAS/SATA. Di seguito sono riportate alcune delle modifiche apportate:
Aggiunto sg_io per il controllo I/O. ioctl garantisce un miglior supporto per il multipathing.
Le voci /proc/driver/cciss sono state modificate per impedire la verifica di arresti inaspettati, quando un numero molto elevato di unità è stato installato sul sistema.
L'impostazione READ_AHEAD nel driver cciss è stata rimossa. Il driver cciss ora utilizza un livello a blocchi predefinito di 256. Alcuni test hanno mostrato che l'impostazione READ_AHEAD=1024 non apportava alcun miglioramento consistente delle prestazioni; in alcune situazioni questa impostazione poteva causare la sospensione del sistema.
megaraid_sas: driver aggiornato alla versione 3.18 per supportare i chipset LSI 1078 in esecuzione in modalità MegaRAID. In aggiunta, questo aggiornamento applica numerosi bug fix incluso:
MFI_POLL_TIMEOUT_SECS ha ora un valore di 60 secondi (aumentato dai 10 secondi precedenti). Tale modifica è stata apportata per facilitare le funzioni del firmware, il quale può richiedere un massimo di 60 secondi prima di rispondere al comando INIT.
È stato corretto un bug che causava continui timeout del comando e azzeramenti del chip da parte delle attività di calcolo del conteggio del frame. Con questo aggiornamento il driver ora invia al firmware il conteggio corretto.
Aggiunta di poll_mode_io per il supporto delle interrogazioni.
arcmsr: driver aggiornato alla versione 1.20.00.15.rh. Questo aggiornamento applica diversi bug fix e miglioramenti meno importanti; altresì esso fornisce un supporto per i seguenti adattatori SATA RAID:
ARC1200
ARC1201
ARC1202
Le caratteristiche della Technology Preview non sono attualmente supportate con i servizi di sottoscrizione di Red Hat Enterprise Linux 4.7, poichè esse potrebbero essere funzionalmente non complete, e quindi generalmente non idonee per ambienti di produzione. Tuttavia le suddette caratteristiche sono incluse per convenienza per l'utente, e per fornire alle funzioni una esposizione più ampia.
Gli utenti potrebbero utilizzare queste caratteristiche all'interno di un ambiente non di produzione. Altresì, è possibile fornire suggerimenti sulla loro funzionalità, in modo da migliorarle e successivamente supportarle. Ricordiamo che verranno emessi alcuni errata per problematiche che riguardano la sicurezza.
Durante il processo di sviluppo di una funzione della technology preview, componenti aggiuntivi potrebbero esser resi disponibili al pubblico al solo scopo di prova. È intenzione di Red Hat supportare pienamente le caratteristiche di technology preview in una release futura.
Systemtap fornisce una infrastruttura (GPL) di software libero, in grado di semplificare la raccolta delle informazioni sul sistema Linux in esecuzione. Tale processo aiuta nella diagnosi dei problemi sulla prestazione e funzionalità del sistema. Con l'ausilio di systemtap, gli sviluppatori non hanno più bisogno di seguire processi lunghi e laboriosi di ricompilazione, installazione e riavvio, che potrebbero essere invece necessari per la raccolta dei dati.
Il GNU Compiler Collection (gcc-4.1) è ancora incluso in questa release come una Technology Preview. Questo compiler è stato introdotto originariamente come una Technology preview in Red Hat Enterprise Linux 4.4.
Per maggiori informazioni su gcc-4.1, consultate il sito web del progetto su http://gcc.gnu.org/. Un mauale con informazioni dettagliate per gcc-4.1.2 è disponibile su http://gcc.gnu.org/onlinedocs/gcc-4.1.2/gcc/.
autofs5 è incluso in questa release come Technology Preview. Questa nuova versione di autofs risolve diverse problematiche di interoperabilità in ambienti multi-vendor. autofs5 presenta altresì i seguenti miglioramenti:
supporto mappa diretto, il quale fornisce un meccanismo per un montaggio automatico del file system in qualsiasi punto della gerarchia del file system
supporto per il lazy mount e umount
supporto LDAP migliorato attraverso un nuovo file di configurazione /etc/autofs_ldap_auth.conf
implementazione completa dell'utilizzo di nsswitch.conf
voci multiple della mappa master per le mappe dirette
implementazione completa dell'inclusione della mappa, il quale permette l'inclusione nelle mappe master di autofs dei contenuti di mappe specifiche
Al momento l'analizzatore lessicale della mappa master di autofs5, non è in grado di analizzare correttamente le stringhe presenti nel mount point o nelle specifiche della mappa. Per questo motivo le stringhe in questione dovrebbero essere scritte all'interno delle mappe.
autofs è ancora installato e viene eseguito per default in questo aggiornamento. Per questo motivo è necessario installare manualmente il pacchetto autofs5 se desiderate usufruire dei miglioramenti presenti con autofs5.
È possibile installare sia autofs che autofs5. Tuttavia è possibile utilizzare solo uno di essi per fornire i servizi di automount. Per installare autofs5 ed usarlo come automounter, seguite le fasi di seguito riportate:
Registratevi come utente root ed arrestate il servizio autofs utilizzando il comando service autofs stop.
Disabilitate il servizio autofs utilizzando il comando chkconfig autofs off.
Installate il pacchetto autofs5.
Abilitate il servizio autofs5 utilizzando il comando chkconfig autofs5 on.
Avviate autofs5 utilizzando il comando service autofs5 start.
Per maggiori informazioni su autofs5, consultate le seguenti pagine man (dopo aver installato il pacchetto autofs5):
autofs5(5)
autofs5(8)
auto.master.v5(5)
automount5(8)
Per maggiori informazioni potrete anche consultare /usr/share/doc/autofs5-<version>/README.v5.release.
Se un'applicazione come systool legge /sys/class/scsi_host/host<scsi host number>/mbox (generato dal driver Emulex lpfc), il messaggio "Bad State" non viene più visualizzato nella console o registrato all'interno del file di log del sistema.
I kernel attuali non impongono i segnali Data Terminal Ready (DTR) prima di eseguire la stampa sulle porte seriali durante l'avvio. Tale operazione è necessaria per alcuni dispositivi. I messaggi d'avvio del kernel non vengono stampati sulle console seriali su dispositivi di questo tipo.
In Red Hat Enterprise Linux 4.6, il prompt di login potrebbe non comparire quando il sistema operativo è stato installato attraverso una console seriale. In questa release il suddetto problema è stato corretto.
Un bug nelle versioni precedenti di openmpi e lam potrebbe impedire l'aggiornamento di questi pacchetti. Lo stesso bug potrebbe causare il fallimento di up2date durante l'aggiornamento di tutti i pacchetti.
Questo bug genera il seguente errore durante il tentativo di aggiornamento di openmpi o lam:
error: %preun(openmpi-[version]) scriptlet failed, exit status 2
Questo bug si manifesta anche nel seguente errore (registrato in /var/log/up2date) durante il tentativo di aggiornamento di tutti i pacchetti tramite up2date:
up2date Failed running rpm transaction - %pre %pro failure ?.
Per evitare questi errori è necessario rimuovere prima manualmente le versioni più vecchie di openmpi e lam. Per fare questo usate il comando rpm:
rpm -qa | grep '^openmpi-\|^lam-' | xargs rpm -e --noscripts --allmatches
Se rimuovete un LUN da un sistema di storage configurato, tale modifica non verrà riportata sull'host. In questi casi i comandi lvm verranno sospesi indefinitivamente se utilizzate dm-multipath, poichè il LUN è in uno stato stale.
Per risolvere questo problema cancellate tutte le voci del link mpath e del dispositivo in /etc/lvm/.cache specifici a stale LUN. Per sapere quali sono le voci in questione eseguite il seguente comando:
ls -l /dev/mpath | grep <stale LUN>
Per esempio se <stale LUN> è 3600d0230003414f30000203a7bc41a00, potrebbero apparire i seguenti risultati:
lrwxrwxrwx 1 root root 7 Aug 2 10:33 /3600d0230003414f30000203a7bc41a00 -> ../dm-4 lrwxrwx--rwx 1 root root 7 Aug 2 10:33 /3600d0230003414f30000203a7bc41a00p1 -> ../dm-5
Ciò significa che 3600d0230003414f30000203a7bc41a00 è mappato su due link mpath: dm-4 e dm-5.
Per questo motivo le seguenti righe dovrebbero essere cancellate da /etc/lvm/.cache:
/dev/dm-4 /dev/dm-5 /dev/mapper/3600d0230003414f30000203a7bc41a00 /dev/mapper/3600d0230003414f30000203a7bc41a00p1 /dev/mpath/3600d0230003414f30000203a7bc41a00 /dev/mpath/3600d0230003414f30000203a7bc41a00p1
In una configurazione due-sistemi HA-RAID, due adattatori SAS vengono collegati su due sistemi e connessi ad un SAS disk drawer condiviso. L'impostazione dell'attributo Preferred Dual Adapter State su Primary su entrambi gli adattatori SAS, potrebbe generare una condizione di corse critiche ed un failover infinito tra i due adattatori SAS. Per questo motivo è possibile impostare solo un adattatore SAS su Primary.
Per evitare questo tipo di errore assicuratevi che l'attributo Preferred Dual Adapter State di un adattatore SAS sia stato impostato su None, se il secondo adattatore SAS deve essere impostato su Primary.
Il server X in questa release potrebbe fallire sui sistemi che utilizzano i chipset basati su Intel GM965.
Se avete bisogno di utilizzare il modulo del kernel hp_sw, installate il pacchetto device-mapper-multipath aggiornato.
È necessario anche configurare correttamente l'array HP per utilizzare correttamente la modalità attiva/passiva e riconoscere i collegamenti provenienti da macchine Linux. Per fare questo eseguite le fasi di seguito riportate:
Determinate il world wide port name (WWPN) di ogni collegamento utilizzando show connections. Di seguito viene riportato un esempio di output per show connections su di un array HP MSA1000 con due collegamenti:
Connection Name: <Unknown> Host WWNN = 200100E0-8B3C0A65 Host WWPN = 210100E0-8B3C0A65 Profile Name = Default Unit Offset = 0 Controller 2 Port 1 Status = Online Connection Name: <Unknown> Host WWNN = 200000E0-8B1C0A65 Host WWPN = 210000E0-8B1C0A65 Profile Name = Default Unit Offset = 0 Controller 1 Port 1 Status = Online
Configurare correttamente ogni collegamento utilizzando il seguente comando:
add connection [connection name] WWPN=[WWPN ID] profile=Linux OFFSET=[unit offset]
Da notare che [connection name] può essere impostato in modo arbitrario.
Utilizzando l'esempio fornito, il comando corretto dovrebbe essere:
add connection foo-p2 WWPN=210000E0-8B1C0A65 profile=Linux OFFSET=0
add connection foo-p1 WWPN=210100E0-8B3C0A65 profile=Linux OFFSET=0
Eseguite ancora una volta show connections per verificare che ogni collegamento sia stato configurato. In base all'esempio fornito la configurazione corretta dovrebbe essere:
Connection Name: foo-p2 Host WWNN = 200000E0-8B1C0A65 Host WWPN = 210000E0-8B1C0A65 Profile Name = Linux Unit Offset = 0 Controller 1 Port 1 Status = Online Connection Name: foo-p1 Host WWNN = 200100E0-8B3C0A65 Host WWPN = 210100E0-8B3C0A65 Profile Name = Linux Unit Offset = 0 Controller 2 Port 1 Status = Online
Red Hat sconsiglia l'utilizzo dei quota sui file system EXT3. Questo perchè in alcuni casi si potrebbe generare un deadlock.
Alcune prove hanno rivelato che kjournald potrebbe bloccare alcune chiamate specifiche a EXT3 usate quando il quota è in esecuzione. Per questo motivo Red Hat non intende correggere questo problema in Red Hat Enterprise Linux 4, poichè le modifiche potrebbero essere troppo invasive.
Da notare che questo problema non è presente in Red Hat Enterprise Linux 5.
Prove hardware per Mellanox MT25204 hanno rivelato la presenza di un errore interno sotto alcune condizioni di carico elevato. Quando il driver ib_mthca riporta un errore catastrofico su questo hardware, esso è generalmente dovuto ad una lunghezza insufficiente della coda di attesa, relativo al numero delle richieste di lavoro sospese generate dall'applicazione utente.
Anche se il driver resetterà l'hardware e ripristinerà le normali funzioni dopo tale evento, tutti i collegamenti esistenti al momento dell'errore verranno perduti. Tale comportamento genera normalmente un errore di segmentazione all'interno dell'applicazione utente. Ed ancora, se opensm è in esecuzione al momento dell'errore, allora sarà necessario riavviarlo manualmente per ripristinare le normali funzioni.
L'icona di collegamento del Desktop Sharing visualizza il proprio menu se eseguite un doppio clic sull'icona stessa, e non facendo un clic con il pulsante destro. Al contrario tutte le altre icone mostrano i propri menu quando eseguite il clic con il tasto destro.
( amd64 )