Copyright © 2007 Red Hat, Inc. ed altri [1]
In questo documento vengono trattati i seguenti argomenti:
Note relative all'installazione
Aggiornamento dei contenuti
Aggiornamenti del driver
Aggiornamenti del kernel
Altri aggiornamenti
Technology Preview
Problematiche risolte
Problematiche conosciute
Alcuni aggiornamenti riguardanti Red Hat Enterprise Linux 5.1, potrebbero non essere riportati su questa versione delle Note di rilascio. Una versione aggiornata può essere disponibile sul seguente URL:
http://www.redhat.com/docs/manuals/enterprise/RHEL-5-manual/index.html
Questa sezione include le informazioni specifiche su Anaconda e sul processo d'installazione di Red Hat Enterprise Linux 5.1.
Per poter aggiornare un Red Hat Enterprise Linux 5 precedentemente installato, sarà necessario utilizzare Red Hat Network per aggiornare i pacchetti modificati.
Potete utilizzare Anaconda per eseguire una nuova installazione di Red Hat Enterprise Linux 5.1, o per eseguire un aggiornamento dalla ultimissima versione di Red Hat Enterprise Linux 5 a Red Hat Enterprise Linux 5.1.
Se state copiando i contenuti dei CD-ROM di Red Hat Enterprise Linux 5 (per esempio, in preparazione per una installazione basata sulla rete), assicuratevi di copiare i CD-ROM solo per il sistema operativo. Non copiate i CD-ROM supplementari, o qualsiasi altro CD-ROM, in quanto tale operazione sovrascriverà i file necessari per il corretto funzionamento di Anaconda.
I contenuti del CD-ROM supplementare e di altri CD-ROM devono essere installati dopo aver installato Red Hat Enterprise Linux 5.1.
Durante l'installazione di Red Hat Enterprise Linux 5.1 su di un guest virtualizzato, non utilizzate il kernel kernel-xen. Utilizzando il suddetto kernel su di un guest virtualizzato potreste causare l'arresto del sistema.
Se state utilizzando un Numero d'installazione durante l'installazione di Red Hat Enterprise Linux 5.1 su di un guest completamente virtualizzato, assicuratevi di deselezionare il gruppo del pacchetto Virtualization durante l'installazione. L'opzione gruppo del pacchetto Virtualization installa il kernel kernel-xen.
Questo problema non interessa i guest paravirtualizzati. I suddetti guest utilizzano sempre il kernel kernel-xen.
Se state utilizzando il kernel virtualizzato per un aggiornamento da Red Hat Enterprise Linux 5 a 5.1, sarà necessario eseguire un reboot dopo aver completato questo processo.
Gli hypervisor di Red Hat Enterprise Linux 5 e 5.1 non sono compatibili con ABI. Se non eseguite il reboot dopo ogni processo di aggiornamento, gli RPM di virtualizzazione aggiornati non corrisponderanno al kernel in esecuzione.
L'installazione iSCSI e l'avvio sono stati introdotti originariamente con Red Hat Enterprise Linux 5 come Technology Preview. Essi sono ora copletamente supportati e le loro restrizioni sono di seguito elencate.
Questa funzionalità presenta tre configurazioni a seconda se:
utilizzate un inizializzatore iSCSI hardware (come ad esempio QLogic qla4xxx)
utilizzate l'inizializzatore open-iscsi su di un sistema con supporto d'avvio firmware per iSCSI (come ad esempio iSCSI Boot Firmware, o una versione di Open Firmware con capacità d'avvio iSCSI)
utilizzate l'inizializzatore open-iscsi su di un sistema con nessun supporto firmware boot per iSCSI
Se state utilizzando un Inizializzatore iSCSI dell'Hardware, potrete utilizzare l'utilità d'impostazione del BIOS della scheda per inserire l'indirizzo IP, ed altri parametri necessari per ottenere l'accesso allo storage remoto. Le unità logiche dello storage remoto saranno disponibili in Anaconda come dispositivi sd standard, senza la necessità di alcuna impostazione aggiuntiva.
Se avete bisogno di determinare l'initiator qualified name (IQN) per poter configurare il server di storage remoto, seguite le seguenti fasi durante il processo d'installazione:
Andate sulla pagina dell'installatore dove sarà possibile selezionare l'unità del disco da utilizzare per l'installazione.
Fate clic su
.Fate clic su
.iSCSI IQN verrà visualizzato su quella schermata.
Se state utilizzando l'inizializzatore software open-iscsi su di un sistema con supporto d'avvio firmware per iSCSI, utilizzate l'utilità d'impostazione del firmware per inserire l'indirizzo IP, o altri parametri necessari per accedere allo storage remoto. Così facendo configurerete il sistema in modo da avviarsi da uno storage iSCSI remoto.
Attualmente Anaconda non è in grado di accedere alle informazioni iSCSI contenute nel firmware. Sarà necessario invece inserire manualmente l'indirizzo IP target durante l'installazione. Per fare questo determinate l'IQN dell'inizializzatore usando la procedura sopra descritta. Subito dopo sulla stessa pagina dell'inizializzatore dove viene riportato l'IQN, specificate l'indirizzo IP del target iSCSI sul quale desiderate effettuare l'installazione.
Dopo aver specificato manualmente l'indirizzo IP del target iSCSI, le unità logiche sui target iSCSI saranno disponibili per l'installazione. L'initrd creato da Anaconda otterrà l'IQN e l'indirizzo IP dal target iSCSI.
Se modificate in futuro l'IQN o l'indirizzo IP del target iSCSI, inserite l'utilità d'impostazione di Open Firmware o iBFT su ogni inizializzatore, e modificate i parametri corrispondenti. Subito dopo modificate initrd (conservato nello storage iSCSI) per ogni inizializzatore nel modo seguente:
Espandere initrd utilizzando gunzip.
Scompattatelo utilizzando cpio -i.
Nel file init andate alla ricerca della riga contenente la stringa iscsistartup. Questa riga contiene anche l'IQN e l'indirizzo IP del target iSCSI; aggiornate questa riga con i nuovi IQN ed indirizzo IP.
Ricompattate initrd utilizzando cpio -o.
Ricomprimere initrd utilizzando gunzip.
Per release future è prevista la possibilità da parte del sistema operativo, di ottenere le informazioni iSCSI conservate dall'Open Firmware / iBFT firmware. Tale miglioramento annullerà la necessità di modificare initrd (conservato nello storage iSCSI) per ogni inizializzatore, ogni qualvolta è stato modificato l'indirizzo IP o l'IQN del target iSCSI.
Se state utilizzando l'inizializzatore software open-iscsi su di un sistema con nessun supporto d'avvio firmware per iSCSI, utilizzate una capacità d'avvio di rete (come PXE/tftp). In questo caso seguite la stessa procedura precedentemente descritta, in modo da determinare l'IQN dell'inizializzatore e specificare l'indirizzo IP del target iSCSI. Una volta terminato, copiate initrd sul server d'avvio della rete impostando il sistema per un avvio dalla rete.
In modo simile, se l'indirizzo IP o IQN del target iSCSI è stato modificato anche initrd dovrebbe essere modificato. Per fare questo, utilizzate la stessa procedura precedentemente riportata per modificare initrd per ogni inizializzatore.
La capacità massima di EXT3 è ora 16TB (aumentata da 8TB). Tale miglioramento è stato incluso per la prima volta in Red Hat Enterprise Linux 5 sotto forma di Technology Preview, ed è ora completamente supportato.
È ora possibile limitare yum in modo da installare solo gli aggiornamenti riguardanti la sicurezza. Per fare questo installate semplicemente il plugin yum-security, ed eseguite il seguente comando:
yum update --security
È ora possibile riavviare una risorsa senza interrompere il suo servizio genitore. È possibile eseguire tale operazione in /etc/cluster/cluster.conf, su di un nodo in esecuzione utilizzando l'attributo __independent_subtree="1" per etichettare una risorsa come indipendente.
Per esempio:
<service name="example"> <fs name="One" __independent_subtree="1" ...> <nfsexport ...> <nfsclient .../> </nfsexport> </fs> <fs name="Two" ...> <nfsexport ...> <nfsclient .../> </nfsexport> <script name="Database" .../> </fs> <ip/> </service>
Qui vengono usate le due risorse del file system: One e Two. Se One fallisce, esso viene riavviato senza interrompere Two. Se Two fallisce, tutti i componenti (One, i figli di One insieme ai figli di Two) verranno riavviati. In nessun determinato momento Two ed i suo figli dipendono da qualsiasi risorsa fornita da One.
Da notare che Samba necessita di una struttura specifica del servizio, e per questo motivo non può essere usato in un servizio con alberi secondari indipendenti. Ciò è applicabile anche per diverse altre risorse, quindi utilizzate con prudenza l'attributo __independent_subtree="1".
Sono stati inclusi in questa release gli aggiornamenti relativi alla Virtualizzazione:
Il kernel virtualizzato può ora utilizzare la funzione kdump.
In questa release AMD-V è ora supportato. Ciò permette una migrazione live del dominio per guest completamente virtualizzati.
Il kernel virtualizzato può supportare ora fino a 256GB di RAM.
La in-kernel socket API è stata ampliata. Tale espansione è stata apportata per correggere un bug che si verificava durante l'esecuzione di sctp tra i guest.
Il networking virtuale è ora parte di libvirt, la libreria di virtualizzazione. libvirt presenta un set di comandi in grado d'impostare un NAT/router virtuale, ed una rete privata per tutti i guest locali presenti su di una macchina. Tale operazione è utile per i guest che non necessitano di essere raggiungibili dall'esterno. Esso è utile altresì per gli sviluppatori che utilizzano la Virtualizzazione su computer portatili.
Da notare che la capacità di networking virtuale aggiunge una dipendenza su dnsmasq, il quale gestisce dhcp per le reti virtuali.
Per maggiori informazioni su libvirt consultate http://libvirt.org.
libvirt può ora gestire macchine virtuali inattive. libvirt esegue tale operazione defininendo, o meno, i domini senza il loro arresto o avvio. Questa funzionalità è simile ai comandi virsh define e virsh undefine.
Tale miglioramento permette al Red Hat Virtual Machine Manager di visualizzare tutti i guest disponibili. Ciò vi permetterà di avviare i suddetti guest direttamente dalla GUI.
L'installazione del pacchetto kernel-xen non genera più entry elilo.conf incorrette / incomplete.
I guest completamente virtualizzati ora supportano la hot-migration.
Il comando xm create ora possiede un equivalente grafico in virt-manager.
Il Nested Paging (NP) è ora supportato. Questa caratteristica riduce la complessità di gestione della memoria in ambienti virtualizzati. In aggiunta, NP riduce anche l'utilizzo della CPU con guest di tipo 'memory-intensive'.
Al momento NP non è stato abilitato per default. Se il vostro sistema supporta NP, allora vi consigliamo di abilitarlo avviando l'hypervisor con il parametro hap=1.
Questo aggiornamento sulla Virtualizzazione include anche la capacità d'installare ed eseguire guest paravirtualizzati a 32-bit su host a 64-bit. Tuttavia questa capacità viene riportata come Technology Preview, e per questo motivo non è supportata per un suo utilizzo di produzione
Le Tabelle della pagina condivisa sono ora supportate per la memoria hugetlb. Ciò permette di condividere tra processi multipli, le entry per la tabella della pagina.
La condivisione tra processi multipli delle entry per la tabella della pagina, consumerà uno spazio minore della cache. Tale processo migliora l'application cache hit ratio, migliorando così le prestazioni dell'applicazione.
L'opzione tick_divider=<value> è un parametro sysfs, il quale vi permette di regolare il tasso dell'orologio del sistema mantenendo lo stesso valore visibile HZ del tempo, per le applicazioni dello spazio utente.
L'utilizzo della opzione tick_divider= vi permette di ridurre l'overhead della CPU ed aumentare l'efficienza, riducendo l'accuratezza delle operazioni a tempo e di profiling.
<valori> utili per l'orologio 1000Hz standard sono:
2 = 500Hz
4 = 250Hz
5 = 200Hz
8 = 125Hz
10 = 100Hz (valore usato da release precendenti di Red Hat Enterprise Linux)
Da notare che il kernel virtualizzato non supporta il tasso multiplo del timer sui guest. dom0 utilizza un set con un tasso di tempo fisso su tutti gli altri guest; ciò riduce il carico che può essere generato dai tassi di tick multipli.
Anaconda è in grado ora di eseguire la rilevazione, creazione ed installazione su dispositivi dm-multipath. Per abilitare questa funzione, aggiungete il parametro mpath sulla riga di boot del kernel.
Questa funzione è stata introdotta originariamente con Red Hat Enterprise Linux 5 come Technology Preview, ed è ora completamente supportata in questa release.
Da notare che dm-multipath contiene anche un supporto inbox perDell MD3000. Tuttavia, i nodi multipli che utilizzano dm-multipath per accedere MD3000, non sono in grado di eseguire un processo di failback immediato.
Inoltre, è consigliato utilizzare l'interfaccia Anaconda, se il vostro sistema possiede dispositivi multipath e non-multipath. Utilizzando in questi casi il , potreste creare entrambi i tipi di dispositivo negli stessi gruppi di volume logico.
inAl momento per questa funzione valgono le seguenti restrizioni:
Se è disponibile solo un percorso per il Logical Unit Number (LUN) d'avvio, Anaconda eseguirà l'installazione per il dispositivo SCSI anche se è stato specificato mpath. Se abilitate i percorsi multipli per il LUN d'avvio e ricreate initrd, il sistema operativo eseguirà l'avvio dal dispositivo SCSI e non dal dispositivo dm-multipath.
Tuttavia, se sono presenti i percorsi multipli per il LUN d'avvio, Anaconda eseguirà l'installazione corretta per il dispositivo corrispondente dm-multipath, dopo aver specificato mpath nella riga d'avvio del kernel.
Per default user_friendly_names viene impostato su yes in multipath.conf. Tale impostazione è necessaria nella implementazione di supporto del dispositivo root dm-multipath. Per questo motivo l'impostazione di user_friendly_names su no e la ricreazione di initrd, causerà un fallimento dell'avvio e la generazione del seguente errore:
Checking filesystems fsck.ext3: No such file or directory while trying to open /dev/mapper/mpath0p1
È ora supportata l'esecuzione di una procedura d'avvio da un disco SAN. In questo caso SAN si riferisce ad un Fibre Channel o ad una interfaccia iSCSI. Questa caratteristica presenta anche il supporto per il collegamento system-to-storage attraverso percorsi multipli utilizzando dm-multipath.
Nelle configurazioni che utilizzano gli host bus adapters (HBA) multipli, potrebbe essere necessario impostare il BIOS del sistema in modo da eseguire un avvio da un altro adattatore, se tutti i percorsi attraverso l'adattatore corrente falliscono.
In questo aggiornamento nfsroot è completamente supportato. Ciò permetterà all'utente di eseguire Red Hat Enterprise Linux 5.1 con il proprio file system root (/) montato tramite NFS.
nfsroot è stato originariamente introdotto con Red Hat Enterprise Linux 5 come un sottoinsieme della Technology Preview Stateless Linux. L'implementazione completa di Stateless Linux resta ancora una Technology Preview.
Al momento nfsroot presenta le seguenti restrizioni:
Ogni client deve possedere il proprio file system root separato sul server NFS. Tale restrizione è applicata anche se utilizzate root in modalità di sola lettura.
SWAP non è supportato attraverso NFS.
SELinux non può essere abilitato sui client nfsroot. In generale Red Hat non consiglia disabilitare SELinux. Per questo motivo gli utenti devono considerare gli effetti negativi che si possono avere sulla sicurezza, se si desidera eseguire tale azione.
Consultate la seguente procedura su come impostare nfsroot. Tale procedura assume che il vostro dispositivo di rete sia eth0, ed il driver di rete associato sia tg3. Potreste aver bisogno di apportare delle piccole modifiche in base alla configurazione del vostro sistema:
Create initrd nella vostra home directory utilizzando il seguente comando:
mkinitrd --with=tg3 --rootfs=nfs --net-dev=eth0 --rootdev=<nfs server ip>:/<path to nfsroot> ~/initrd-<kernel-version>.img <kernel-version>
initrd deve essere creato utilizzando il kernel di Red Hat Enterprise Linux 5.1.
Successivamente create una immagine zImage.initrd dal initrd precedentemente generato. zImage.initrd è un kernel compresso e un initrd in una sola immagine. Utilizzate il seguente comando:
mkzimage /boot/System.map-<kernel-version> ~/initrd-<kernel-version>.img /usr/share/ppc64-utils/zImage.stub ~/zImage.initrd-<kernel-version>
Copiate zImage.initrd-<kernel-version> creato, su di una posizione esportabile sul vostro server tftp.
Assicuratevi che il file system nfsroot esportato sul server nfs, contenga i moduli ed i binari necessari. I suddetti moduli e binari devono corrispondere alla versione del kernel usato per creare initrd durante la prima fase.
Configurate il server DHCP in modo da indicare il client al zImage.initrd-<kernel-version> target.
Per fare questo aggiungete le seguenti entry al file /etc/dhcpd.conf del server DHCP:
next-server <tftp hostname/IP address>; filename "<tftp-path>/zImage.initrd";
Da notare che <tftp-path> dovrebbe specificare il percorso per zImage.initrd dall'interno della directory tftp-esportata. Per esempio, se il percorso assoluto per zImage.initrd è /tftpboot/mykernels/zImage.initrd, e /tftpboot/ è la directory tftp-esportata, allora <tftp-path> dovrebbe essere mykernels/zImage.initrd.
Per finire, impostate i vostri parametri di configurazione per l'avvio del sistema per eseguire il processo d'avvio prima dal dispositivo di rete. (in questo esempio il dispositivo di rete è eth0).
GFS2 rappresenta un miglioramento di GFS. Questo aggiornamento implementa miglioramenti rilevanti, che necessitano di una modifica al formato del file system sul disco. I file system GFS possono essere convertiti in GFS2 utilizzando l'utilità gfs2_convert, la quale aggiorna i metadata di un file system GFS.
GFS2 è stato rilasciato originariamente con Red Hat Enterprise Linux 5 come Technology Preview, ed è ora completamente supportato con questo aggiornamento. Test effettuati in laboratorio hanno indicato una elevata prestazione con:
utilizzo esteso in una directory singola con scansione più veloce della directory (Postmark benchmark)
operazioni I/O sincrone (le prove di fstest indicano una migliore prestazione per le applicazioni di messaggistica come TIBCO)
letture della cache, poichè non sono più presenti gli overhead del blocco
I/O diretto per file preassegnati
Lookup di gestione del file NFS
df, poichè le informazioni per l'assegnazione sono ora conservate nella cache
In aggiunta GFS2 presenta anche le seguenti modifiche:
I registri sono ora file semplici (nascosti) invece di metadata. Essi possono essere aggiunti dinamicamente mentre server aggiuntivi eseguono il montaggio di un file system.
i quota sono ora abilitati e disabilitati dal mount point quota=<on|off|account>
Non è più necessario quiesce su di un cluster per rispondere ai registri per il ripristino da un errore
sono ora supportati i timestamp in nanosecondi
simile a ext3, GFS2 ora supporta la modalità data=ordered
le impostazioni di lsattr() e chattr() sono ora supportate tramite ioctl() standard
sono ora supportate le dimensioni del file system superiori a 16TB
GFS2 è un file system standard, e può essere usato in configurazioni non clusterizzate
Il Driver Update Program (DUP) è stato creato per permettere ai fornitori di terze parti (come OEM), di aggiungere i propri dispositivi driver ed altri moduli del Kernel di Linux su sistemi Red Hat Enterprise Linux 5, utilizzando pacchetti RPM regolari come contenitori di distribuzione.
Red Hat Enterprise Linux 5.1 applica diversi aggiornamenti al DUP, in particolare:
Sono ora supportati gli RPM di aggiornameno del driver del tempo d'installazione, attraverso i Dischi di aggiornamento del driver
Sono ora supportati gli Aggiornamenti del driver bootpath che interessano il bootpath del sistema.
il supporto per il packaging di terze parti di Advanced Linux Sound Architecture (ALSA) è sconsigliato
Inoltre, vari aggiornamenti sono stati applicati alle whitelist del simbolo ABI del kernel. Le suddette whitelist vengono usate dai driver di packaging, per determinare le strutture dei dati ed i simboli forniti dal kernel, in quali possono essere utilizzati in un driver di terzi.
Per maggiori informazioni consultate http://www.kerneldrivers.org/RedHatKernelModulePackages.
acpi: modulo ibm_acpi aggiornato per risolvere diverse problematiche ACPI e della docking station con portatili Lenovo.
ipmi: Quando una interruzione hardware viene assegnata ad un Baseboard Management Controller, non viene più eseguito il processo kthread.
sata: SATA/SAS aggiornato alla versione 2.6.22-rc3.
openib e openmpi: aggiornati a OFED (OpenFabrics Enterprise Distribution) versione 1.2.
powernow-k8: aggiornato alla versione 2.0.0 per supportare completamente Greyhound.
xinput: aggiunto per permettere un supporto RSA completo.
aic94xx: aggiornato alla versione 1.0.2-1, in linea con l'aggiornamento del sequencer firmware integrato a v17. I suddetti aggiornamenti implementano le seguenti modifiche:
corretta la condizione di corse critiche di ascb su piattaforme con espansori
aggiunti i gestori REQ_TASK_ABORT e DEVICE_RESET
le porte fisiche vengono resettate correttamente dopo il rilevamento di un errore
phys ora può essere abilitato e disabilitato tramite sysfs
uso esteso di DDB lock per evitare la condizione di corse critiche di DDB
ALSA aggiornato alla versione 1.0.14. Questo aggiornamento implementa le seguenti modifiche:
corretto il problema del rumore su IBM Taroko (M50)
Realtek ALC861 è ora supportato
corretto il problema dell'azzeramento volume su xw8600 e xw6600
ADI 1884 Audio è ora supportato
corretto un problema sulla configurazione audio di xw4600
aggiunte le chiamate di funzione per impostare una dimensione massima di richiesta di lettura per PCIX e PCI-Express
Le macchine IBM System P ora supportano PCI-Express hotplugging
aggiunti i driver necessari ed il PCI ID per il supporto di SB600 SMBus
driver e1000: aggiornato alla versione 7.3.20-k2 per supportare i chipset abilitati-I/OAT.
driver bnx2: aggiornato alla versione 1.5.11 per supportare l'hardware 5709.
driver ethernet B44 backported da una versione upstream 2.6.22-rc4. Ciò implementa le seguenti modifiche:
sono state apportate diverse correzioni endianness
viene utilizzata ora la costante DMA_30BIT_MASK
viene usata la skb_copy_from_linear_data_offset()
spin_lock_irqsave() contiene ora una disabilitazione dell'interruzione più sicura
un controllo semplice dell'errore viene eseguito durante il processo di ripristino
sono state apportate numerose correzioni al multicast
il chip reset richiede più tempo di quanto precedentemente anticipato
driver Marvell sky2: aggiornato alla versione 1.14 per correggere un bug che causava il panic del kernel se i comandi ifup/ifdown vengono eseguiti ripetutamente.
driver forcedeth-0.60: incluso ora in questa release. Vengono applicate numerose bug fix critiche per gli utenti che utilizzano i chipset delle schede madri MCP55 di NVIDIA e corrispondenti NIC.
driver ixgb: aggiornato all'ultimissima versione upstream (1.0.126).
driver netxen_nic: aggiunta versione 3.4.2-2 per abilitare il supporto per le schede di rete NetXen 10GbE.
Il controllore della rete ethernet Chelsio 10G è ora supportato.
supporto aggiunto per il ripristino da un errore PCI per il dispositivo s2io.
Il driver Broadcomm wireless ethernet ora supporta il PCI ID per la scheda nx6325.
corretto un bug che causava un errore ASSERTION FAILED durante il tentativo di avviare un BCM4306 tramite ifup·
driver ixgb: aggiornato in modo da aggiungere un supporto per il ripristino da un errore EEH PCI per la scheda ethernet 10-gigabit di Intel. Per maggiori informazioni consultate /usr/share/doc/kernel-doc-<kernel version>/Documentation/pci-error-recovery.txt.
driver qla3xxx: riabilitato ed aggiornato alla versione 2.03.00-k3 per fornire un supporto del networking per gli adattatori iSCSI QLogic senza usare iSCSI.
driver di rete Intel PRO/Wireless 3945ABG: aggiornato alla versione 1.2.0. Questo aggiornamento risolve diverse problematiche, incluso un Bug soft lockup che si può verificare in alcune circostanze su determinati laptop.
qla2xxx: driver aggiornato alla versione 8.01.07-k6. Ciò implementa diverse modifiche, in particolare:
iIDMA è ora supportato
i seguenti attributi per il Fibre Channel sono ora supportati:
symbolic nodename
system hostname
fabric name
host port state
gli eventi asincroni del trace-control non vengono più registrati
è stata corretta la logica di gestione della riconfigurazione
MSI-X è ora supportato
gli incarichi IRQ-0 sono ora gestiti da ogni sistema
gli aggiornamenti NVRAM vengono implementati immediatamente
Questa release inlcude un aggiornamento del set del driver IPMI, in modo da includere le modifiche dell'upstream come riportato nella versione 2.6.21.3, insieme ad alcune patch incluse da 2.6.22-rc-4. Il suddetto aggiornamento include anche le seguenti modifiche:
corretto un bug di dati non inizializzati in ipmi_si_intf
kipmid non viene più avviato se un altro driver supporta le interruzioni
gli utenti possono ora sovrascrivere il demone del kernel enable attraverso force_kipmid
è ora supportata la registrazione del comando per-channel
MAX_IPMI_INTERFACES non è più usato
è ora supportata la rimozione dell'interfaccia del sistema host
aggiunta una Modalità di gestione per supportare gli aggiornamenti del firmware
aggiunto il supporto poweroff per IPMC pigeonpoint
il subdriver BT può ora resistere timeout lunghi
aggiunta la gestione pci_remove per una pulizia corretta durante un processo hot remove
Per informazioni sui nuovi parametri del modulo consultate /usr/share/doc/kernel-doc-<kernel version>/Documentation/IPMI.txt.
blacklist di SCSI convertiti da Red Hat Enterprise Linux 4 a questa release.
sono stati aggiunti i PCI ID per il driver aic79xx.
driver aacraid: aggiornato alla versione 1.1.5-2437 per supportare PRIMERGY RX800S2 e RX800S3.
driver megaraid_sas: aggiornato alla versione 3.10. Questo aggiornamento definisce il punto d'ingresso per bios_param, ed aggiunge una parte di memoria IOCTL, applicando diversi bug fix minori.
driver Emulex lpfc: aggiornato alla versione 8.1.10.9. Questo aggiornamento applica diverse modifiche, tra le quali:
corretta la gestione host_lock nei percorsi ioctl
il chipset AMD viene ora rilevato automaticamente, e riduce la lunghezza DMA a 1024 bytes
i nodi non vengono più rimossi durante dev_loss_tmo se discovery risulta attivo
sono ora abilitate le velocità del link di 8GB
il driver qla4xxx è stato aggiornato in modo da implementare le seguenti modifiche:
aggiunto il supporto per IPV6, QLE406x e per il modulo ioctl
corretto un bug mutex_lock in grado di causare la presenza di blocchi
risolte le problematiche relative al blocco di qla4xxx e qla3xxx durante il tentativo di caricare/scaricare entrambe le interfacce
driver mpt fusion: aggiornato alla versione 3.04.04. Questo aggiornamento implementa numerose modifiche, in particolare:
corretti numerosi bug di gestione dell'errore
mptsas ora è in grado di serializzare le reimpostazioni del target
mptsas e mptfc ora supportano i LUN ed i target maggiori di 255
corretta la regressione del driver LSI mptspi che causava un rallentamento delle prestazioni del driver DVD
quando un dispositivo LSI SCSI ritorna uno stato BUSY, i tentativi I/O non hanno più un esito negativo dopo svariati tentativi
gli array RAID non risultano più non disponibili dopo un processo di auto-rebuild
driver arcmsr: incluso per fornire un supporto ai controllori RAID Areca.
modulo 3w-9xxx: aggiornato per supportare correttamente 3ware 9650SE.
Il client CIFS è stato aggiornato alla versione 1.48aRH. Basato sulla release 1.48a, presenta alcune patch che implementano le seguenti modifiche:
il mount point sec=none risulta in un montaggio anonimo
CIFS onora ora umask quando le estensioni POSIX sono state abilitate
corrette le opzioni di montaggio sec= che richiedono la firma del pacchetto
Da notare per gli utenti di EMC Celerra (NAS Code 5.5.26.x e minori), che il client CIFS si arresta durante l'accesso alle condivisioni su EMC NAS. Questo problema è caratterizzato dai seguenti messaggi del kernel:
kernel: CIFS VFS: server not responding kernel: CIFS VFS: No response for cmd 162 mid 380 kernel: CIFS VFS: RFC1001 size 135 bigger than SMB for Mid=384
Dopo un montaggio CIFS diventa impossibile leggere/scrivere qualsiasi file, e qualsiasi applicazione che cercherà di eseguire un I/O sul mount point verrà sospesa. Per risolvere questo problema eseguite un aggiornamento in modo da implementare NAS Code 5.5.27.5 o una versione più recente (utilizzate EMC Primus case number emc165978).
sono ora supportati i tag MODULE_FIRMWARE.
sono ora supportati i controllori ICH9.
i processori Greyhound sono ora supportati durante le chiamate CPUID.
Oprofile ora supporta nuovi eventi del contatore delle prestazioni Greyhound.
Directed DIAG è ora supportato per migliorare l'utilizzo di z/VM.
I chipset grafici di Intel sono ora supportati attraverso il modulo del kernel DRM. In aggiunta, l'API DRM è stata aggiornata alla versione 1.3 per supportare un rendering diretto.
Gli aggiornamenti per la gestione dell'alimentazione di ACPI hanno migliorato la moalità S3 suspend-to-RAM e S4 hibernate.
gaim viene ora chiamato pidgin.
Intel microcode aggiornato alla versione 1.17. Tale aggiornamento aggiunge un supporto per i nuovi processori Intel.
È ora supportato un processo di failover attivo-attivo implicito, utilizzando dm-multipath su storage EMC Clariion.
Il carattere cinese Zysong non fà parte del pacchetto fonts-chinese. Zysong è ora implementato separatamente come fonts-chinese-zysong. Il pacchetto fonts-chinese-zysong è contenuto nel CD supplementare.
Da notare che il pacchetto fonts-chinese-zysong è necessario per supportare il Chinese National Standard GB18030.
La password ed il nome utente del Challenge Handshake Authentication Protocol (CHAP) hanno ciascuno un limite di 256 sul numero dei caratteri possibili.
In questo aggiornamento pump non è supportato. Per questo motivo, la configurazione della vostra interfaccia di rete attraverso netconfig, potrebbe generare script ifcfg non completi.
Per poter configurare correttamente la vostra interfaccia di rete utilizzate system-config-network. L'installazione del pacchetto system-config-network aggiornato rimuoverà netconfig.
rpm --aid non è più supportato. È consigliato utilizzare yum durante l'aggiornamento e l'installazione dei pacchetti.
Le Technology Preview non sono attualmente supportate con i servizi di sottoscrizione di Red Hat Enterprise Linux 5.1, possono non essere funzionalmente complete e generalmente non sono idonee per un uso in ambienti di produzione. Tuttavia le suddette caratteristiche sono incluse per comodità dell'utente, e forniscono una esposizione più ampia.
Gli utenti possono utilizzare queste caratteristiche in ambienti non di produzione, e fornire suggerimenti sulla loro funzionalità prima che le stesse caratteristiche di Technology preview possano essere supportate. Inoltre verranno forniti gli Errata per problematiche relative alla high-severity security.
Durante il ciclo di sviluppo di una Technology Preview, componenti aggiuntivi possono essere resi disponibili al pubblico solo a scopo di prova. È intenzione di Red Hat supportare pienamente le suddette caratteristiche di Technology Preview all'interno di release future.
Stateless Linux rappresenta una nuova concezione su come eseguire e gestire un sistema, ideato per semplificare il provisioning e la gestione di un numero esteso di sistemi tramite una loro semplice sostituzione. È possibile eseguire tale procedimento creando alcune immagini del sistema pronte all'uso, le quali verranno replicate e gestite attraverso un numero esteso di sistemi stateless, in grado di eseguire il sistema operativo in modalità di sola lettura (per maggiori informazioni consultate /etc/sysconfig/readonly-root).
Nel suo stato attuale di sviluppo le caratteristiche Stateless rappresentano i sottoinsiemi degli obiettivi desiderati. Per questo, esse sono state denominate Technology Preview.
Di seguito viene riportato un elenco di funzionalità iniziali incluse in Red Hat Enterprise Linux 5:
esecuzione di una immagine stateless attraverso NFS
esecuzione di una immagine stateless tramite lookback attraverso NFS
esecuzione su iSCSI
È fortemente consigliato a coloro che desiderano testare il codice stateless, leggere HOWTO su http://fedoraproject.org/wiki/StatelessLinuxHOWTO e registrarsi su stateless-list@redhat.com.
L'infrastruttura necessaria per abilitare lo Stateless Linux è stata introdotta originariamente in Red Hat Enterprise Linux 5.
AIGLX è una Technology Preview del server X supportato. La sua funzione è quella di abilitare gli effetti GL-accelerati su di un desktop standard. Il progetto consiste in:
un server X leggermente modificato
un pacchetto Mesa aggiornato in grado di aggiungere un nuovo supporto del protocollo
Installando questi componenti è possibile ottenere effetti GL-accelerati sul vostro desktop con poche modifiche, abilitandoli e disabilitandoli a vostro piacimento senza sostituire il vostro server X. AIGLX abilita altresì applicazioni GLX remote, in modo da trarre vantaggio dall'accelerazione GLX hardware.
Lo stack devicescape abilita il driver wireless iwlwifi 4965GN. Il suddetto stack permette a determinati dispositivi di collegarsi a qualsiasi rete Wi-Fi.
Il suddetto stack possiede un codice di base non ancora accettato dall'upstream. In aggiunta, è da verificare ancora la sua stabilità attraverso una serie di prove. Per questo motivo questo stack viene incluso in questa release come Technology Preview.
FS-Cache è un servizio di caching locale per file system remoti; esso permette agli utenti di conservare i dati NFS all'interno della chace su di un disco montato localmente. Per impostare FS-Cache, installate l'RPM cachefilesd e consultate le istruzioni presenti all'interno di /usr/share/doc/cachefilesd-<version>/README.
Sostituire <version> con la versione corrispondente del pacchetto cachefilesd installato.
Systemtap fornisce una infrastruttura (GPL) del software libero, in grado di facilitare la raccolta delle informazioni sul sistema Linux in esecuzione. Ciò assiste nel processo di diagnosi di un problema riguardante la prestazione o funzionalità. Con l'aiuto di systemtap, gli sviluppatori non avranno alcun bisogno di seguire la sequenza di ricompilazione, installazione e di riavvio altrimenti necessaria per ottenere i dati.
Il framework del target di Linux (tgt) permette di servire il block-level SCSI storage, ad altri sistemi con un inizializzatore SCSI. Questa funzione è stata inizialmente implementata come target iSCSI di Linux, per servire lo storage, attraverso una rete, a qualsiasi inizializzatore iSCSI.
Per impostare il target iSCSI installate l'RPM scsi-target-utils e consultate le istruzioni presenti in:
/usr/share/doc/scsi-target-utils-<version>/README
/usr/share/doc/scsi-target-utils-<version>/README.iscsi
Sostituire <version> con la versione corrispondente del pacchetto installato.
Per maggiori informazioni consultate man tgtadm.
Il modulo firewire-sbp2 è inlcuso in questo aggiornamento come un Technology Preview. Questo modulo permette il collegamento con scanner e dispositivi di storage FireWire.
Al momento FireWire non supporta:
IPv4
controllori host pcilynx
dispositivi di storage multi-LUN
accesso non-esclusivo ai dispositivi di storage
In aggiunta, le seguenti problematiche sono ancora presenti in questa versione di FireWire:
una perdita di memoria nel driver SBP2 potrebbe causare la mancanza di reattività della macchina.
un codice presente in questa versione non funziona correttamente in macchine big-endian. In questo caso potrebbe verificarsi un comportamento inaspettato in PowerPC.
È stato corretto un bug SATA che causava la pausa dei sistemi equipaggiati con SATA durante il processo d'avvio, con una visualizzazione di un errore prima di essere ripristinati.
Nei sistemi multi-boot parted conserva il settore d'avvio della prima partizione primaria, dove risulta installato Windows Vista™. Per questo motivo durante l'impostazione di un sistema multi-boot con Red Hat Enterprise Linux 5.1 e Windows Vista™, il secondo non viene più reso non avviabile.
rmmod xennet non causa più un arresto inaspettato di domU.
I sistemi 4-socket AMD Sun Blade X8400 Server Module che non hanno una memoria configurata in node 0, non entreranno in uno stato di panic durante l'avvio.
conga e luci possono essere usati per la creazione e la configurazione di domini di failover.
Quando installate il gruppo Cluster Storage attraverso yum, il processo non viene più interrotto.
Durante l'installazione non vengono più assegnati contesti SELinux errati a /var/log/faillog e /var/log/tallylog.
Se installate Red Hat Enterprise Linux 5.1 utilizzando media d'installazione separati (per esempio CD o NFSISO), non si verificherà più l'errore durante l'installazione di amanda-server.
EDAC riporta ora l'ammontare corretto della memoria sugli ultimissimi processori k8.
I'accesso remoto su di un desktop Gnome tramite gdm non causa più la sospensione della schermata di registrazione.
È stato corretto un bug relativo a autofs che impediva il funzionamento corretto di multi-mounts.
L'esecuzione di tvtime e xawtv con il modulo del kernel bttv, non causa più la sospensione del sistema.
Le numorese patch riguardanti utrace applicano le seguenti correzioni:
corretto un bug che causa l'arresto inaspettato durante le corse critiche se si utilizza ptrace
corretta una regressione che causava ritorni EIO errati da alcune chiamate PTRACE_PEEKUSR
corretta una regressione che impediva ad alcune chiamate wait4 di funzionare correttamente, quando un processo figlio usciva inaspettatamente in presenza di determinate circostanze.
corretta una regressione che impediva talvota a SIGKILL di terminare un processo. Tale situazione si verificava se veniva eseguito ptrace su di un processo sotto determinate circostanze.
È stato corretto un bug relativo a RealTime Clock (RTC) che impediva il funzionamento corretto degli allarmi e delle interruzioni RTC periodiche.
Quando cliccate per la prima volta il pulsante Anaconda, si verificherà un ritardo nella visualizzazione delle suddette note. Durante questo ritardo, viene visualizzato quello che sembra essere un elenco vuoto all'interno della finestra. La maggior parte degli utenti potrebbe non notare questo comportamento, poichè tale processo risulta essere molto veloce.
inTale ritardo è dovuto principalmente al fatto che la fase d'installazione del pacchetto, risulta essere la fase più intensa della CPU durante il processo d'installazione.
Alcune macchine che utilizzano le schede grafiche NVIDIA, possono visualizzare grafici o caratteri corrotti durante l'utilizzo dell'installatore grafico o durante un login grafico. Per risolvere questo problema, selezionate una console virtuale per poi ritornare sull'host X originale.
Gli adattatori del bus host che utilizzano il driver MegaRAID devono essere impostati in modo da operare in modalità emulazione "Mass Storage", e non in modalità emulazione "I2O". Per fare questo seguire le seguenti fasi:
Andate nella Utilità d'impostazione del BIOS di MegaRAID.
Entrate nel menu impostazioni adattatore.
Sotto Altre opzioni adattatore, selezionate Emulazione ed impostatelo su Mass Storage.
Se l'adattatore è impostato in modo non corretto su emulazione "I2O", il sistema cercherà di caricare il driver i2o. Tale operazione fallirà, impedendo al driver corretto di essere caricato.
Le precedenti release di Red Hat Enterprise Linux generalmente non caricano il driver I2O prima del driver MegaRAID. È comunque importante impostare sempre l'hardware su modalità emulazione "Mass Storage" se usato con Linux.
I laptop con scheda wireless Cisco Aironet MPI-350, possono entrare in una fase di sospensione nel tentativo di ottenere un indirizzo DHCP durante qualsiasi installazione basata sulla rete, utilizzando una porta ethernet wired.
Per risolvere questo problema utilizzate per la vostra installazione il media locale. Alternativamente disabilitate la scheda wireless nel BIOS del laptop prima di eseguire l'installazione (è possibile riabilitare la scheda wireless dopo aver completato l'installazione).
Attualmente system-config-kickstart non supporta la selezione e la deselezione dei pacchetti. Se utilizzate system-config-kickstart, l'opzione Seleziona pacchetto risulta disabilitata. Tale comportamento è dovuto all'utilizzo di yum da parte di system-config-kickstart per raccogliere informazioni sul gruppo, anche se esso non risulta abilitato a configurare yum in modo da collegarsi a Red Hat Network.
Al momento è necessario aggiornare manualmente le sezioni del pacchetto nei vostri file kickstart. Se utilizzate system-config-kickstart per aprire un file kickstart, tutte le informazioni del pacchetto verranno conservate al suo interno, e scritte nuovamente durante il processo di salvataggio.
In questo aggiornamento di Red Hat Enterprise Linux 5 il Boot-time logging su /var/log/boot.log non risulta disponibile. Una funzionalità equivalente verrà aggiunta all'interno di un aggiornamento futuro.
Quando eseguite l'aggiornamento da Red Hat Enterprise Linux 4 a Red Hat Enterprise Linux 5, la Deployment Guide non viene installata automaticamente. Usate pirut per installarla manualmente dopo aver terminato il processo di aggiornamento.
Il sistema potrebbe non eseguire correttamente il riavvio nel kernel kexec/kdump, se X risulta essere in esecuzione ed utilizza un driver diverso da vesa. Questo problema esiste solo con i chpset grafici ATI Rage XL.
Se X è in esecuzione su di un sistema equipaggiato con ATI Rage XL, assicuratevi che esso stia utilizzando il driver vesa in modo da poter eseguire correttamente un processo di riavvio in un kernel kexec/kdump.
L'installazione della funzione di Virtualizzazione può causare la generazione del messaggio time went backwards sui modelli xw9300 e xw9400 dei sistemi HP.
Per risolvere questo problema sulle macchine xw9400, configurate le impostazioni del BIOS in modo da abilitare il timer HPET. Da notare che questa opzione non è disponibile su macchine xw9300.
Ciò verrà risolto da un aggiornamento BIOS futuro di HP.
Se utilizzate Red Hat Enterprise Linux 5 su di una macchina con chipset nVidia CK804, è possibile visualizzare i seguenti messaggi del kernel:
kernel: assign_interrupt_mode Found MSI capability kernel: pcie_portdrv_probe->Dev[005d:10de] has invalid IRQ. Check vendor BIOS
I suddetti messaggi indicano che determinate porte PCI-E non richiedono IRQ. Altresì essi non interessano in alcun modo, la normale funzionalità della macchina.
I dispositivi di storage estraibili (come ad esempio CD e DVD), non vengono montati automaticamente se siete registrati come utenti root. Per questo motivo sarà necessario montarli manualmente attraverso il file manager grafico.
Alternativamente è possibile eseguire il seguente comando per montare un dispositivo su /media:
mount /dev/<device name> /media
Il chip Calgary IOMMU non è supportato per default in questo aggiornamento. Per abilitarne il suo supporto utilizzate l'opzione iommu=calgary della linea di comando del kernel.
IBM System z non fornisce una console fisica in stile Unix tradizionale. Per questo motivo Red Hat Enterprise Linux 5 di IBM System z, non supporta la funzionalità firstboot durante il caricamento del programma iniziale.
Per inizializzare correttamente l'impostazione di Red Hat Enterprise Linux 5 su IBM System z, eseguire i seguenti comandi dopo il processo d'installazione:
/usr/bin/setup — fornito dal pacchetto setuptool.
/usr/bin/rhn_register — fornito dal pacchetto rhn-setup.
Se eseguite un aggiornamento da Red Hat Enterprise Linux 5 a Red Hat Enterprise Linux 5.1 tramite Red Hat Network, yum potrebbe non richiedervi d'importare la chiave redhat-beta. Per questo motivo è consigliato importare la suddetta chiave manualmente prima di eseguire l'aggiornamento. Per fare questo eseguite il seguente comando:
rpm --import /etc/pki/rpm-gpg/RPM-GPG-KEY-redhat-beta
Se su di un filer configurato viene cancellato un LUN, questa modifica non viene riportata sull'host. In questi casi i comandi lvm verranno sospesi in modo indeterminato se si utilizza dm-multipath, poichè il LUN è divenuto stale.
Per risolvere questo problema cancellate tutti i dispositivi e le entry del link mpath in /etc/lvm/.cache, specifiche al LUN in questione.
Per sapere quali sono queste entry eseguite il seguente comando :
ls -l /dev/mpath | grep <stale LUN>
Per esempio, se <stale LUN> è 3600d0230003414f30000203a7bc41a00, il risultato potrebbe essere:
lrwxrwxrwx 1 root root 7 Aug 2 10:33 /3600d0230003414f30000203a7bc41a00 -> ../dm-4 lrwxrwxrwx 1 root root 7 Aug 2 10:33 /3600d0230003414f30000203a7bc41a00p1 -> ../dm-5
Ciò significa che 3600d0230003414f30000203a7bc41a00 viene mappato su due link mpath: dm-4 e dm-5.
Per questo motivo le seguenti righe dovrebbero essere cancellate da /etc/lvm/.cache:
/dev/dm-4 /dev/dm-5 /dev/mapper/3600d0230003414f30000203a7bc41a00 /dev/mapper/3600d0230003414f30000203a7bc41a00p1 /dev/mpath/3600d0230003414f30000203a7bc41a00 /dev/mpath/3600d0230003414f30000203a7bc41a00p1
Se desiderate creare un guest Windows™ completamente virtualizzato da un CD o DVD, la seconda fase dell'installazione del guest potrebbe non continuare dopo il riavvio.
Per risolvere questo problema modificate /etc/xen/<nome macchina guest>, aggiungendo correttamente una voce per il dispositivo CD / DVD.
Se si utilizza un file semplice come dispositivo virtuale in una installazione, la riga disk di /etc/xen/<nome della macchina guest> sarà simile al seguente:
disk = [ 'file:/PATH-OF-SIMPLE-FILE,hda,w']
Un dispositivo DVD-ROM, /dev/dvd presente sull'host, può essere reso disponibile per la fase 2 dell'installazione come hdc, semplicemente aggiungendo una entry simile a 'phy:/dev/dvd,hdc:cdrom,r'. Conseguentemente la riga del disco dovrebbe essere simile alla seguente:
disk = [ 'file:/opt/win2003-sp1-20061107,hda,w', 'phy:/dev/dvd,hdc:cdrom,r']
Il percorso preciso del dispositivo da utilizzare potrebbe variare a seconda del vostro hardware.
Se il modulo sctp non è stato aggiunto al kernel, l'esecuzione di netstat con l'opzione -A inet o -A inet6 termina in modo anomalo con il seguente messaggio:
netstat: no support for `AF INET (sctp)' on this system.
Per evitare questo comportamento, installate il modulo del kernel sctp.
L'installazione di Red Hat Enterprise Linux 3.9 su di un guest completamente virtualizzato potrebbe essere molto lenta. In aggiunta, l'avvio del guest dopo l'installazione potrebbe generare errori hda: lost interrupt.
Per evitare questo errore configurate il guest in modo da utilizzare il kernel SMP.
I kernel attuali non inviano segnali Data Terminal Ready (DTR), prima di eseguire la stampa su porte seriali durante il processo d'avvio. Alcuni dispositivi necessitano di tali segnali DTR; ne risulta che sui suddetti dispositivi i messaggi d'avvio del kernel non vengono stampati sulle console seriali.
L'aggiornamento di un sistema host (dom0) a Red Hat Enterprise Linux 5.1, può rendere inavviabili i guest paravirtualizzati SMP di Red Hat Enterprise Linux 4.5 esistenti. Tale tendenza si può verificare quando il sistema host possiede più di 4GB di RAM.
Per risolvere questo problema, avviate ogni guest Red Hat Enterprise Linux 4.5 in modalità CPU singola, e aggiornate il rispettivo kernel all'ultimissima versione (per Red Hat Enterprise Linux 4.5.z).
AMD 8132 e HP BroadCom HT100 utilizzati su alcune piattaforme (come ad esempio HP dc7700), non supportano i cicli MMCONFIG. Se il vostro sistema utilizza uno dei due chipset, la configurazione del vostro PCI dovrebbe usare il meccanismo PortIO CF8/CFC ereditato. Per configurarlo, avviate il sistema con il -pci nommconfig del kernel durante l'installazione, ed aggiungete -pci nommconfig su GRUB dopo aver eseguito il riavvio.
AMD 8132 non supporta i Message Signaled Interrupts (MSI). Se il vostro sistema utilizza questo chipset, allora disabilitate anche MSI. Per fare questo utilizzate il parametro del kernel -pci nomsi durante l'installazione, ed aggiungete pci=nomsi su GRUB dopo aver eseguito il riavvio.
Tuttavia se la vostra piattaforma è stata precedentemente inserita nella blacklist dal kernel, il vostro sistema non avrà bisogno dei parametri del kernel pci precedentemente menzionati. Le seguenti piattaforme HP sono state già inserite nella blacklist dal kernel:
DL585g2
dc7500
xw9300
xw9400
Il Virtual Machine Manager (virt-manager) incluso in questa release, non permette agli utenti di specificare argomenti d'avvio aggiuntivi per l'installatore del guest paravirtualizzato. Tale comportamento si riscontra anche quando i suddetti argomenti, sono necessari per l'installazione di alcuni tipi di guest paravirtualizzati su tipi di hardware specifici.
Questo problema verrà affrontato in una release futura del virt-manager. Per specificare gli argomenti arbitrari del kernel per l'installazione di guest paravirtualizzati dalla linea di comando, utilizzate virt-install.
Con la configurazione dm-multipath predefinita, i dispositivi Netapp potrebbero aver bisogno di diversi minuti per completare il processo di failback, dopo il ripristino di un percorso precedentemente fallito. Per risolvere questo problema, aggiungete la seguente configurazione del dispositivo Netapp, alla sezione devices del file multipath.conf:
devices { device { vendor "NETAPP" product "LUN" getuid_callout "/sbin/scsi_id -g -u -s /block/%n" prio_callout "/sbin/mpath_prio_netapp /dev/%n" features "1 queue_if_no_path" hardware_handler "0" path_grouping_policy group_by_prio failback immediate rr_weight uniform rr_min_io 128 path_checker directio }
( amd64 )
[1] Questo materiale può essere distribuito solo sotto i termini e le condizioni presenti nella Open Publication License, v1.0, disponibile su http://www.opencontent.org/openpub/.